Gian Paolo Dulbecco - La Torre
“I mistici per trasmettere agli altri l’infinito, sono prodighi di emblemi.
Alanus parla di una sfera il cui centro è dappertutto e la circonferenza in nessun luogo; Ezechiele di un angelo con quattro volti che si dirige contemporaneamente a Oriente e a Occidente, a Settentrione e a Meridione. Queste analogie hanno qualche relazione con l’Aleph. L’Aleph?
Sì, Il luogo dove si trovano, senza confondersi, tutti i luoghi della terra, visti da tutti gli angoli. Tutti i luoghi della terra si trovano nell’Aleph, dunque vi si trovano tutti i lumi, tutte le lampade, tutte le sorgenti di luce. E anche i suoni, le voci, i rumori: tutti i suoni, tutte le voci, tutti i rumori. Il microcosmo di alchimisti e cabalisti, il multum in parvo. Ed è il luogo dove ogni cosa è infinite cose, vista da ogni parte dell’universo, l’inconcepibile universo…”
Liberamente tratto da Jorge Luis Borges, L’Aleph, 1949